L'ANEDDOTO
Un giorno parlavo con un’amica che mi diceva quanta fatica stesse facendo nel far comprendere a sua suocera alcune scelte che stava facendo come mamma.
Allattamento a richiesta ed esclusivo fino ai sei mesi, autosvezzamento ed educazione positiva, ma la lista potrebbe continuare.
“Eh ma ai miei tempi si faceva così… io mi affidavo a quello che mi dicevano mia mamma e mia suocera ed è andato tutto bene”.
Potrebbero aprirsi infinite parentesi, ma voglio soffermarmi su cosa significhi interrompere le catene.
COME FARE PER INTERROMPERE LE CATENE
Quante cose facciamo perché si è sempre fatto così? Perché non ci poniamo neanche la domanda ma agiamo seguendo il nostro pilota automatico? Che poi, chissà se è stato impostato da noi o da qualcuno prima di noi. E poi chissà a che scopo, perché e soprattutto in quale contesto.
Ecco dunque, il primo punto è proprio questo. Imparare a chiederci cosa vogliamo e perché, qual è lo scopo che ci guida nel nostro agire. Oggi abbiamo la possibilità di informarci (consapevolmente e dalle giuste fonti) e poi scegliere di conseguenza, con consapevolezza.
Il secondo punto è imparare a far rispettare la nostra volontà.
Quante volte ci troviamo nella situazione di scendere a compromessi perché “Eh ma poi chissà cosa pensa… poi passo per l’antipatica…” e così facendo non manteniamo fede a noi stessi. A lungo andare questo è un dispendio di energie pazzesco, comporta un sempre maggiore scollamento tra quello che siamo e quello che sentiamo di voler essere.
Quindi è importante capire per cosa siamo disposti a lasciar passare e per cosa non lo siamo, con fermezza e serenità.
Il terzo punto, forse il più importante, ci chiede di cambiare prospettiva.
Facciamo attenzione al nostro atteggiamento nei confronti degli altri.
Come ci comportiamo di fronte a qualcuno che fa delle scelte diverse dalle nostre, che magari non condividiamo? Siamo accoglienti o giudicanti? Pensiamo di avere la verità in tasca e di doverla imporre al mondo o accettiamo anche punti di vista differenti?
Questo ultimo punto è fondamentale, non solo perché ci permette di essere più empatici, ma soprattutto perché fa sì che possiamo comprendere un po’ di più quale potrebbe essere il motivo che spinge un’altra persona a dirci per forza la sua opinione o a dirci cosa dobbiamo fare. Potremmo comprendere che magari lo fa per rispondere ad un suo bisogno, o perché parla in automatico senza riflettere sullo scopo delle sue parole. Sicuramente questo terzo e ultimo punto ci da la possibilità di comprendere che quello che ci viene detto ha più a che fare con la persona che parla, che con noi.
Non siamo il centro del mondo, non dobbiamo prendere tutto sul personale.
E tu, cosa ne pensi a riguardo?
Ti aspetto via mail o in direct su Instagram.
In questa rubrica potrai trovare brevi racconti e riflessioni che trattano di diversi argomenti: genitorialità, crescita personale, relazioni, insegnamento ed educazione in modo semplice, breve e diretto.
15/02/2024 - adulto educatore
Al di là del materiale e della dimensione, voglio dirti quali sono gli aspetti da tenereLeggi tutto
01/01/2024 -
Come al cinema Un nuovo anno è appena iniziato e allora facciamo un gioco. MettitiLeggi tutto