Spesso sento genitori (per lo più mamme) che dicono “Prima di tutto vengono i miei figli”.
Ne sei proprio sicura?
In questo modo ti trovi a dedicarti a tutto ciò che ruota intorno ai figli e alle routine come in un loop.
A forza di credere che prima di tutto ci siano gli altri, rischi di dimenticarti di te stessa.
Te ne puoi accorgere nel momento in cui inizi a dire “Sono satura”, “Non ne posso più”, “Sono esausta”, “Sono sfinita”.
Ti renderai conto che quando ti senti svuotata e scarica, sarai più facilmente irritabile, nervosa, scontenta. Ed è così che inizia un circolo viziosa dal quale è difficile uscire.
Una caraffa vuota non può riempire nessun bicchiere.
Ma allora come si fa?
Si può partire dal linguaggio, per esempio, dicendo “Io sono la persona più importante della mia vita”.
Si può continuare con piccoli gesti quotidiani.
Non è egoismo, è cura di sé.
La vera rivoluzione è un genitore che si mette al primo posto!
“Mammabrocca versò molte lacrime. Una quantità di lacrime che avrebbe potuto riempire il letto di un fiume. Eppure, non riuscì a riempire se stessa. Perché quel mare di lacrime scivolò via da tutte le crepe che aveva collezionato nel tempo. Mammabrocca non ce l’aveva più fatta a mantenersi tutta intera: si era rotta, e così com’era, non poteva più riempire nessuno”.
Valeria Da Pozzo
In questo blog troverai articoli nei quali parlo di pedagogia, con particolare attenzione al pensiero di Maria Montessori, alla crescita personale e alla genitorialità.
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