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Chi porta lo zaino?

pubblicato il:24/11/2022
di:Chiara Colusso

Di fronte all’asilo nido di mio figlio a Salisburgo c’è una scuola primaria. Più o meno gli orari di entrata e uscita sono gli stessi e quindi vedo spesso altri genitori con i loro figli.

Mi è capitato di vedere mamme in tenuta da running che, correndo, accompagnano il figlio che magari è in monopattino. Altri arrivano in macchina, altri in bicicletta.

A parte il fatto che usano monopattini e bici anche con la pioggia (cosa che in Italia, almeno dove vivevo io, ho visto raramente), ho notato un’altra cosa interessante: ogni bambino si porta il suo zaino. È davvero raro vedere lo zaino in spalla al genitore.

In Italia (o almeno, nella zona che frequentavo io), molto spesso vedevo i genitori o i nonni portare lo zaino fino all’entrata della scuola e consegnarlo direttamente all’insegnante che accoglieva i bambini al portone.

Non è questione di dire “Eh all’estero sono più bravi, si sa” o altre frasi fatte simili, che davvero lasciano il tempo che trovano, proprio perché ogni situazione è a sé e quello che ho visto con i miei occhi non è certo generalizzabile per tutta l’Italia e tutta l’Austria.

Però mi sorge spontanea una riflessione. Qual è il motivo per cui scegliamo di portare noi adulti lo zaino al posto dei bambini? Qual è lo scopo?

“Eh, gli zaini pesano, devono portare un sacco di libri e quaderni, poverini”.

È vero, spesso i libri sono tanti, le discipline nella stessa giornata sono diverse, non sempre si riesce a proporre un orario funzionale ad uno zaino leggero.

Ma andiamo oltre.

Partiamo dallo zaino. Quanto pesa uno zaino semplice e quanto pesa uno zaino super accessoriato, all’ultima moda, con rotelle, manico, mille scomparti? Ve lo dico io, il primo può aggirarsi intorno ai 500 grammi, il secondo intorno ai due kg.

E il contenuto? Libri, quaderni, diario, merenda astuccio. Hanno il loro peso, certo. Serve davvero portare via anche il quaderno di storia “perché non ho capito bene se la maestra ha detto di portare solo geografia o anche storia”. Servono davvero tre o quattro astucci? Uno per le penne colorate, uno per i pastelli, uno per i pennarelli, uno per le penne fluo, uno con colla, forbice, scotch colorato e chi più ne ha più ne metta.

Come diceva un mio capo scout “Ricordati che sono i grammi che fanno i chili!”.

Ecco, forse portando lo zaino sulle proprie spalle, un bambino potrebbe essere stimolato a stare attento in classe e a leggere bene sul diario per capire quali quaderni portare. Forse sceglierebbe le sue penne e i colori preferiti, facendo però una selezione e, invece di quattro astucci, ne porterebbe uno solo. Forse sarebbe un modo per responsabilizzarsi.

L’educazione passa anche da qui. Dal porsi domande e riflettere sulle possibili risposte.

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